Termovalorizzatore : Missione Sostenibilità

Alcuni lo invocano come la “risoluzione” alla ferita storica dell’emergenza rifiuti campana altri invece lo demonizzano come super inquinante atmosferico. Ma cos’è un termovalorizzatore?

In particolare, andrò a saggiare, grazie alla frequentazione del Corso di Alta Formazione in “Diritto e Tecniche dell’Ambiente per la transizione ecologica” dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli e alla collaborazione della nostra coordinatrice Dott.ssa Vittoria Ponzetta e del Dott. Carlo Lupoli Dirigente di ASIA Napoli, i quali ci hanno permesso di vedere e “toccare con mano” tutta la filiera del processo che avviene all’interno del termovalorizzatore di Acerra.  Esso nel suo assetto attuale è un sito impiantistico all’avanguardia, oltre ad essere uno dei più grandi di Europa, dotato delle migliori tecnologiche disponibili (Best Available Techniques- BAT) sul mercato utilizzate per la sua costruzione, ma anche per le considerevoli potenzialità di trattamento di cui dispone. Il termovalorizzatore utilizza la combustione di rifiuti sia chimicamente che biologicamente inerti non riciclabili per produrre energia elettrica che viene immediatamente immessa su rete nazionale. L’impianto situato ad Acerra è costituito da tre linee indipendenti tra loro, alle quali vengono conferiti i rifiuti raccolti all’interno di una vasca di raccolta che viene costantemente miscelata così da evitare la macerazione e quindi l’autocombustione dei rifiuti stessi.  Successivamente quest’ultimi vengono caricati per il loro recupero energetico nelle caldaie delle tre linee di combustione, dove la temperatura raggiunge i 1000°c.  Il calore prodotto da tale combustione passa attraverso delle serpentine con all’interno acqua, così da generare vapore ad alta pressione e che ad alimentare un turbogeneratore per la produzione di energia elettrica. I fumi in uscita dalla caldaia vengono convogliati attraverso dei filtri a manica in un sistema multistadio di filtraggio per l’abbattimento del contenuto di agenti inquinanti sia chimici che solidi. I prodotti di scarto provenienti da tale processo sono:

  1. Le polveri leggere avviati a smaltimento o recupero, ad esempio, come materiale di riempimento nelle miniere di salgemma.
  2. Le ceneri pesanti inviate a impianti dedicati in cui viene separata la frazione ferrosa da quella non ferrosa e la frazione residua che viene riutilizzata in campo edile.

Per quanto riguarda il controllo delle emissioni, quest’ultimo avviene tramite un doppio sistema di monitoraggio continuo attraverso sia analisi periodiche effettuate da laboratori esterni accreditati sia attraverso una “scatola nera”, una sorta di database collegato h24 con l’ ARPAC (Agenzia Regionale Protezione Ambientale della Campania) che può in qualsiasi momento accedere ai valori e monitorare le emissioni. Tutto ciò ci porta quindi a pensare che nell’era della “circular economy” il ruolo che svolge il termovalorizzatore è da considerarsi a favore della sostenibilità in tutto e per tutto , ma non mancano però dei punti negativi. Questa esperienza mi ha permesso di giungere ad elementi a favore e ad elementi a sfavore nei confronti dell’utilizzo dei rifiuti per la produzione di energia:

Svantaggi

  • Il mercato del Waste-To-Energy ( WTE) potrebbe disincentivare la raccolta dei rifiuti
  • Una buona percentuale dei rifiuti che raggiungono l’impianto del termovalorizzatore avrebbe potuto essere riciclata o compostata
  • L’utilizzo di tali impianti potrebbe ritardare la transizione verso energie rinnovabili come l’eolica e la solare
  • I prodotti di scarto della combustione, le ceneri pesanti vengono inviate in discarica mentre le polveri leggere devono essere trasportate a siti di smaltimento adeguati che non sempre si trovano nelle vicinanze.

Vantaggi

  • La combustione dei rifiuti è il processo più economico per lo smaltimento dei rifiuti
  • I rifiuti che vengono conferiti agli impianti dei termovalorizzatori vanno a diminuire il volume dei rifiuti presenti in discarica
  • diminuendo la quantità di rifiuti nelle discariche si diminuisce la produzione di metano dovuto all’accumulo di quest’ultimi
  • Produzione di energia senza l’utilizzo di combustibili fossili

In conclusione di quanto riportato poco prima se la termovalorizzazione non può rappresentare la soluzione definitiva al problema rifiuti, ad un minore impatto ambientale, al risparmio delle risorse fossili allora non resta in primis che  a noi contribuire e abbracciare la circular economy attraverso piccole azioni quotidiane, passando ad esempio ad una corretta raccolta differenziata, piuttosto che alla scelta di fonte di energia rinnovabili o una maggiore attenzione verso il risparmio energetico.

Di Dr.ssa Roberta Di Pietro,

Corrispondente da Cellole (CE).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *