Lo zaffìro con accento sulla i, è una varietà di corindone, che chimicamente è un ossido di alluminio fortemente allocromatico. Presenta durezza 9 sulla Scala di Mohs, indice di rifrazione 1,76 1,77 birifrangente, peso specifico 4,0.
Inclusioni caratteristiche: Cristalli inclusi, inclusioni a impronta digitale, bande di colore intersecanti a 60°
Il termine zaffìro (privo di altri aggettivi) identifica la varietà blu-azzurra del Corindone, ma la stessa denominazione viene frequentemente utilizzata, unitamente a un aggettivo, per identificare qualunque sua colorazione diversa da quella blu, Gli zaffiri possono possedere infatti i colori più diversi, dal rosa all’arancio, al porpora, al verde, al giallo fino all’ incolore. Solo nel corindone rosso e tutte le sue sfumature si parla di RUBINO
Una volta i corindoni colorati prendevano il nome di altre pietre, seguito dal suffisso “orientale” ad esempio i termini ametista orientale, zaffiro viola e smeraldo orientale, zaffiro verde.
Altre varietà sono quella rosa aranciato, chiamata padparadscha il colore del fiore di loto che è anche la più preziosa varietà di corindone, esiste anche l’armofane di colore grigio opaco e lo zaffìro incolore conosciuto come leucozaffiro.
Il colore blu-azzurro tipico della gemma deriva dalla presenza o meno di Ferro e Titanio in formula. Nel caso in cui le eventuali inclusioni Rutilo si orientassero in modi particolari, si può presentare il fenomeno dell’asterismo (come da foto). Lo zaffìro si trova in natura molto raramente cangiante cioè se illuminato con una fonte ad incandescenza diventa rosso se a neon diventa blu.
Si può trovare in natura in rocce metamorfiche, in una quarzite o di un calcare, in magmi poveri di silice e nei loro rispettivi depositi eloici o alluvionali . Questi ultimi sono i principali giacimenti oggi sfruttati. Si ricorda a proposito i giacimenti australiani, dello Sri Lanka, della Birmania e della Thailandia e da poco quelli del Madagascar, in Italia si trovano piccoli e rari giacimenti di cristalli di zaffìro nella calcite sul monte Terminillo.
Lo zaffiro può essere prodotto sinteticamente con tre tipi di sintesi generali e per distinguere lo zaffiro naturale da quello sintetico, si esaminano al microscopio le inclusioni interne e si effettuano inoltre analisi spettrometriche e spettrofotometriche. Lo Zaffìro viene spesso trattato termicamente per migliorarne il colore e la limpidezza e può subire processi di crackling per fargli assorbire un colore più intenso.
Il taglio più diffuso per tale gemma è quello sfaccettato e la forma ovale o tondo, ma non sono escluse altre tipologie, come quella a cuore o a baguette, oppure senza sfaccettatura a cabochon. Tra le gemme di dimensione eccezionale più celebri, va citato lo “Star of India”, di 563 carati, conservato presso il Museo di Storia Naturale di New York.
Zaffiro stellato o asteria
Asterismo sulla superficie dello zaffiro stellato Stella di Bombay (182 carati)
Lo zaffiro stellato o asteria è una varietà di zaffiro che presenta l’effetto ottico chiamato asterismo nel quale si presenta un riflesso luminoso a sei raggi. Gli zaffiri stellati contengono inclusioni aghiformi incrociate disposte analogamente alla struttura cristallina che provocano l’apparizione di uno schema a forma di stella a sei raggi quando la pietra viene illuminata da una singola fonte di luce posta sopra di essa. Le inclusioni sono solitamente formate da rutilo. Queste pietre solitamente vengono tagliate a cabochon facendo in modo che il centro della stella appaia vicino alla sommità. Le inclusioni possono anche originare l’effetto di gatteggiamento ( assomigliare all’occhio di un gatto)
La Black Star of Queensland è il più grande zaffiro stellato di qualità gemmologica del mondo, è di colore nero e pesa 733 carati ; fu scoperto in Australia, negli anni Trenta, da un ragazzo dodicenne, Roy Spencer, nella miniera di Reward Claim, vicino ad Anakie, nel Queensland. Inizialmente scambiato da suo padre per un comune cristallo nero, fu usato per anni in casa come fermaporta. Soltanto in seguito, a un esame specifico più attento, si scoprì trattarsi di uno zaffiro di grandissimo valore. La Star of India (estratta in Sri Lanka) (del peso di 563,4 carati) è il secondo zaffiro stellato più grande al mondo (il primo di colore blu) ed è attualmente esposto presso l’American Museum of Natural History di New York. La Stella di Artaban, 316 carati, di origine srilankese, è attualmente ospitato nel Museo Nazionale di Storia Naturale della Smithsonian Institution. La Star of Bombay (estratto in Sri Lanka) di 182 carati, esposto presso il National Museum of Natural History a Washington è un altro esempio di zaffiro stellato blu. Il valore di uno zaffiro stellato non dipende solo dal peso della pietra ma anche dal colore, dalla visibilità e l’intensità dell’asterismo.
La storia dell’anello di Lady Diana
Nel corso degli anni abbiamo visto molti anelli di fidanzamento celebri, ma non si può negare che uno gioiello in particolare regni sovrano. L’anello di fidanzamento della Principessa Diana è diventato uno dei gioielli più riconoscibili e amati della storia, grazie alla sua sorprendente tonalità blu e all’abbagliante alone di diamanti. Dopo il fidanzamento con il Principe Carlo (oggi Re Carlo III) nel 1981, l’anello con zaffiro della Principessa Diana ha ispirato le coppie e le tendenze della gioielleria per decenni, e ora continua a vivere grazie alla nuora Kate Middleton, che ha ricevuto in dono la pietra preziosa dal Principe William in occasione della sua proposta di matrimonio nel 2010. Ripercorriamo la storia dell’anello di fidanzamento della Principessa Diana: chi l’ha disegnato, quanto vale oggi e come ha suscitato gravi controversie nella famiglia reale.
Tim Graham Photo Library via Getty Images
Anello Lady Diana: Costo e Design
Se gli zaffiri e le altre gemme colorate sono stati per secoli i gioielli preferiti dalla famiglia reale, l’anello di fidanzamento della Principessa Diana si è distinto per alcuni motivi. In primo luogo, si tratta di un gioiello di grande effetto, con un’imponente pietra centrale e grandi diamanti di contorno in una lussuosa montatura halo, e il suo prezzo è altrettanto sontuoso. L’anello di fidanzamento della Principessa Diana è costituito da uno zaffiro ovale di 12 carati circondato da 14 diamanti rotondi incastonati in oro bianco a 18 carati. Lo zaffiro è di colore blu reale e proviene da Ceylon (oggi Sri Lanka). Costava 47.000 sterline (o 60.000 dollari) al momento dell’acquisto. Oggi l’anello di fidanzamento della Principessa Diana ha un valore stimato di 400.000 euro.
L’anello di fidanzamento, acquistato dall’azienda di gioielli britannica Garrard’s, si ispira ad una spilla appartenuta alla Regina Vittoria. Commissionata dal marito, il Principe Alberto, la spilla presentava una pietra centrale di zaffiro con diamante e un’aureola di 12 diamanti ed era incastonata in una fascia d’oro. Il gioiello era uno dei preferiti nella collezione della Regina Vittoria, che lo usò persino come “‘qualcosa di blu'” il giorno del suo matrimonio.
Anello con zaffiro e diamanti
Anello Lady Diana e controversie
Oltre alle dimensioni e al prezzo notevoli, l’anello di fidanzamento della Principessa Diana andò contro la tradizione. Invece di commissionare un modello unico, come era consuetudine dei reali, Diana scelse l’anello con zaffiro dal catalogo esistente di Garrard. Si trattò di una decisione cruciale, perché significava che anche i comuni cittadini potevano avere accesso agli stessi gioielli della famiglia reale, sempre che potessero permettersi un anello da 60.000 dollari. Sebbene possa sembrare appropriato che la sovrana soprannominata “Principessa del Popolo” abbia scelto un anello di fidanzamento non esclusivo per la famiglia reale, questa decisione suscitò qualche polemica.
La leggenda vuole che la Principessa Diana fosse rimasta attratta dal fascino dell’anello di fidanzamento, che era un gioiello di serie e che poteva essere acquistato da qualsiasi cliente del gioielliere. È stato a lungo ipotizzato che Diana abbia scelto l’anello perché le ricordava l’anello di fidanzamento di sua madre. Una teoria alternativa invece, suggerisce che le piacesse la tonalità blu intenso dello zaffiro, perché corrispondeva al colore dei suoi occhi.
Gemmologo G.I.A. e I.G.I.
Corrispondente da Genzano di Roma