Poesie di Gabriel Ciao

Maria Claudia

Oggi il cielo sta alle nuvole

Come la mia mente sta a te.

Seduto al tavolo nella grande sala,

Scrivendo, come Ernest diceva,

La prima frase vera.

Il resto vien da sé.

Questa finestra sul balcone

Intrappola un gocciolio di fili

Che si schierano a formare

I begli occhi tuoi gentili.

Ed oltre questa finestra,

Ed oltre quella piazza,

Si scorge il tuo palazzo, che, cereo,

Rinasce col tuo balcon dorato.

Dalla tua porta socchiusa

Colgo il nulla quasi:

Il buio ingoia tutto,

Fuorché il fuoco del camino.

Gli zampilli ignei

-Di atomi vermigli-

Si staccano, saltano,

Si spengono.

Tale è la mia speranza,

Che dal perir si affranca,

Grazie alla voglia matta

Di stringerti fra le mie braccia;

Senza che voli via,

Come se fossi aria,

In desolati luoghi

Dove la vita ti consoli.

 

A chi?

A Maria Claudia

Tinta dai colori della primavera:

Le camelie spirano sotto il glicine,

Petali sepolti nell’iride celato,

Una carezza ammaliante;

Ha scoccato il mio cuore,

Sacro pulsante dei sensi

Rapiti dal passo della sua bellezza

Timida, onesta: sfiora come brezza

Da Apollo e Venere cagionata,

Dal mare azzurro scintillante

Specchio dei suoi occhi ridenti

Sentinelle di quei tulipani rossi

Simboli di chi, forte, sente

L’emozione dilettevole

Che eleva gli uomini

E ferma il vento dei tempi;

Fonte d’acqua altre volte;

Cattura in tutte le sue sfumature,

A mo’ di crepuscoli della sera

In balìa della quieta atmosfera.

A Maria Claudia:

Lei soffia sulla volta stellata,

Lasciando danzare le indefinite stelle

Come lacrime sul mio viso uggioso

Mosso dal suo fascino struggente;

Lei è l’anima di questa poesia

Che s’illude di aver delineato

Quel luminoso contorno

Dell’emblema più fulgido.

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