Un Traguardo Che Si Allontana!

Di Maria Martone.

Come è arduo raggiungere realmente l’ambizioso traguardo posto dall’art. 3 della Costituzione!

È difficile riconoscere che in un tempo nel quale tecnologia e scienza hanno compiuto passi enormi, la cultura dei diritti è ancora ferma, perché manca la solidarietà, che è la base per la realizzazione dell’uguaglianza. Non c’è uguaglianza dove prevale l’egoismo, se all’IO non sostituiamo il NOI, come affermato da Papa Francesco durante una udienza nel 2023: “lottare contro le cause strutturali della povertà, della disuguaglianza, della mancanza di lavoro, terra e casa, della negazione dei diritti sociali e lavorativi, significa  far fronte agli effetti distruttori dell’impero del denaro: i dislocamenti forzati, le migrazioni dolorose, la tratta di persone, la droga, la guerra, la violenza. La solidarietà, intesa nel suo senso più profondo, è un modo di fare la storia” e come sottolineato dal nostro presidente Sergio Mattarella nel corso del suo intervento del 2 Giugno, festa della repubblica.

Nel 2024, risultano ancora inattivate le libertà e le dignità costituzionali e soprattutto il principio di eguaglianza previsto all’art. 3 della Costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge… E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli … che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana…>>, che letto in combinato disposto con l’art. 2 Cost. “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali dove si svolge la sua personalità...” sono tra i capisaldi della nostra democrazia

Dignità ed uguaglianza, se si attuasse veramente il dettato costituzionale, sarebbero a portata di mano, ma la sensazione di molti è che si allontanino sempre di più, come il successo di pellicole cinematografiche quali il film di Paola Cortellesi o quello di Matteo Garrone dimostrano.

Siamo affamati di libertà, libertà di contare , di lavorare, di decidere dove vivere e chi frequentare. Ne parla nel suo contributo Enzo Albano.

Con Nicoletta Martone, cogliamo come questa esigenza sia da sempre insita nelle società, seguendo il percorso dello Statuto Leuciano, perla di modernità, in un regno come quello Borbonico delle Due Sicilie, considerato per troppo tempo e ingiustamente antiprogressista.

Pur non potendo prescindere dal contesto nel quale si muovono i giuristi borbonici, vi è in quella legislazione una aspirazione a migliorare la qualità della vita dell’intera società, siamo certo lontani dalle disposizioni dell’ art. 37 della Costituzione: “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale e adeguata protezione”, peraltro di fatto non del tutto attuate dopo oltre settant’anni dall’entrata in vigore della Carta.

In questo numero ricordiamo anche Maria Cristina di Savoia Borbone, una donna speciale principalmente per Napoli, moderna, prima di tutto considerando il contesto nel quale opera.

 

 

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