La cultura, intesa come insieme di valori, credenze, norme e pratiche condivise da un gruppo sociale, svolge un ruolo fondamentale nel plasmare il comportamento degli adolescenti. Ed è proprio al suo interno, attraverso la socializzazione, che i giovani apprendono i modelli di comportamento considerati appropriati e desiderabili . Ad esempio, le culture individualiste tendono a valorizzare l’autonomia, l’autorealizzazione e la competizione, mentre le culture collettiviste enfatizzano l’interdipendenza, l’armonia sociale e il rispetto per gli anziani. Tali differenze si riflettono in una vasta gamma di comportamenti, dalle scelte di carriera alle relazioni interpersonali.
Il contesto sociale in cui gli adolescenti vivono, ovvero il loro ambiente familiare, scolastico e comunitario, esercita un’influenza altrettanto significativa. All’interno della famiglia, i genitori e i fratelli forniscono modelli di ruolo, trasmettono valori e stabiliscono norme comportamentali. Le relazioni con i pari, sia a scuola che al di fuori, sono invece cruciali per lo sviluppo dell’identità e ne influenza le scelte, le mode e i comportamenti a rischio. Il contesto scolastico, infine, offre opportunità di apprendimento, socializzazione e sviluppo di competenze sociali, ma può anche essere fonte di stress e di pressioni conformiste.
Tra i fattori che influenzano il comportamento degli adolescenti vanno annoverati di sicuro lo status socioeconomico. Il livello socioeconomico di una famiglia, infatti, influenza l’accesso a risorse educative, sanitarie e culturali, nonché le aspettative e le opportunità future degli adolescenti. Anche il gruppo dei pari dei pari riveste una importante rilevanza. L’influenza del gruppo è infatti particolarmente forte durante l’adolescenza, quando i giovani cercano approvazione e appartenenza. E’ qui che il giovane, nel tentativo di distaccarsi dalla figura genitoriale e affermare la propria autonomia, cerca il riconoscimento.
Ed è attraverso le interazioni con i coetanei che egli sperimenta diversi ruoli sociali, definisce i propri valori e costruisce un’immagine di sé coerente. E arriviamo al ruolo dei media e della tecnologia. I media, intesi in senso ampio come insieme di strumenti che veicolano informazioni e contenuti, rivestono un ruolo sempre più centrale nella vita degli adolescenti. Televisione, cinema, musica, videogiochi e, soprattutto, i social media, hanno un impatto profondo sul loro sviluppo, influenzando le loro percezioni, i loro valori, i loro comportamenti e le loro relazioni sociali. L’uso eccessivo di tali strumenti, tuttavia, può portare alla dipendenza, con conseguenze negative sulla salute mentale e sulle relazioni sociali. Così come l’esposizione costante alla luce blu degli schermi può interferire con il ritmo circadiano e causare disturbi del sonno o a disordini della percezione.
In tal senso, per mitigare gli effetti negativi dei media e promuovere un uso sano e consapevole, è fondamentale educare gli adolescenti all’uso consapevole, aiutandoli a sviluppare le competenze necessarie per valutare le informazioni e riconoscere le manipolazioni. Ma è altrettanto importante instaurare un dialogo aperto e sincero con gli adolescenti, ascoltando le loro preoccupazioni e rispondendo alle loro domande. Di non poca rilevanza, sarebbe utile stabilire delle regole chiare sull’utilizzo dei dispositivi elettronici, definendone i tempi e i luoghi appropriati, mentre i genitori dovrebbero essere dei modelli positivi, limitando il proprio uso dei dispositivi elettronici durante i pasti e le attività in famiglia.
Per concludere, il comportamento degli adolescenti è il risultato di un complesso intreccio di fattori biologici, psicologici, culturali e sociali. Comprendere l’influenza del contesto culturale e sociale è fondamentale per sviluppare interventi efficaci a sostegno del benessere e dello sviluppo dei giovani. Interventi che tengano conto della diversità culturale e che promuovano l’empowerment degli adolescenti possono contribuire a creare ambienti più sani e più supportivi per la loro crescita.
a cura di Dr. Alfredo Grado,
Psicologo Clinico, Specialista in Criminologia.