L’utilizzo di gioielli aulenti ha origini antichissime e nel corso del tempo e nelle diverse aree geografiche hanno assunto diverse funzioni e valori. Nei giorni nostri trovo che i gioielli profumati siano una forma di materializzazione del profumo-opera d’arte capace di sublimare due dei due sensi più spontanei e spesso sottovalutati: il tatto e l’olfatto.
Proprio per questo sono dei sublimi stimoli per la multi-sensorialità, unendo l’aspetto pratico, dando la possibilità di ritoccare il proprio profumo in pochi secondi o addirittura di non doverlo fare per tutto il giorno, con quello estetico rappresentando in alcuni casi dei sofisticati esempi di bigiotteria o gioielleria.
Le prime tracce di gioielli profumati risalgono all’antico Egitto, si racconta che pure Cleopatra li utilizzasse, quando entro piccoli dispenser appesi al collo a mo’ di ciondolo veniva inserito un unguento profumato. Si trattava di piccole ampolle realizzate in quarzo , occhio di tigre o ametista. Questo accessorio, che veniva utilizzato indistintamente da uomini e donne, serviva per poter annusare o cospargersi dell’unguento quando necessario.
Ma è stato il Medioevo a dare i natali al profumo-diffusore-gioiello per eccellenza: il pomander.
Pomo d’ambra (Pomander in inglese; Pomme d’ambre o Pomme de senteur in francese) era una sfera di ambra grigia, spesso impreziosita da altre essenze (muschio, zibetto, ecc.) portata dalle classi agiate europee dal XIII al XVII secolo a scopo aromaterapeutico. Solitamente veniva portato al collo e poteva grandemente variare nella forma e nei materiali a seconda del ceto sociale del possessore: si passava da un semplice sacchetto contenente erbe aromatiche appeso ad un filo a squisiti ciondoli sferici in valve traforate d’oro e d’argento, incernierate ed impreziosite da gemme, iscrizioni votive e quant’altro. Questi ultimi prodotti, commissionati ad orafi specializzati, potevano anche contenere diversi scomparti deputati a specifiche essenze. Più rari ma comunque diffusi erano i pomi d’ambra da portare agganciati alla cintura.
Olivier Hague, scrisse su la Grande Peste del 1348: “Pomo d’ambra, è una mela artificiale, fatta di ambra e molti altri materiali pregiati è molto pro-fumata e conforta il cervello e difende contro la malizia dell’aria.”
Durante il Rinascimento divenne un gioiello scolpito in oro o argento assumendo un vero e proprio ruolo decorativo, impreziosito con pietre scaramazze e pietre preziose incastonate o con filigrane pregiatissime e ornato di perle, smalti e altre pietre preziose; assunse varie forme, che vanno dalla sfera ai cuori e altre più complesse. Uomini e donne indossavano i pomander, soprattutto l’èlite della società. La regina Elisabetta I è spesso rappresentata con uno dei suoi pomander, così come altri nobili e notabili dell’epoca.
Oggi i pomander vengono riproposti in varie forme e materiali che sposano le più sofisticate fragranze della profumeria artistica contemporanea creando una meravigliosa sinergia, infatti l’utilizzo di raffinati ciondoli traforati in argento che racchiudono al loro interno delle piccole sfere di pietre porose e profumante; Il contatto del metallo del ciondolo con il calore del corpo di chi li indossa concorre a sprigionare il profumo delle fragranze utilizzate.
Dr. Enrico Exiana
corrispondente da Selargius (Ca).