Il Profumo nell’Arte

Il legame tra olfatto e letteratura è celebrato in numerosi testi dove i profumi sono protagonisti di romanzi, poesie, racconti recenti e più radicati nella storia, un’opera letteraria di riferimento è sicuramente “Il Profumo” di Patrick Süskind.

Il richiamo ai profumi però è presente in modo corposo anche nell’arte figurativa dove il nostro naso viene stimolato in maniera indiretta attraverso gli occhi che osservano dipinti la cui composizione, i colori e soggetti ritratti, innescando così quella serie di reazioni mnemoniche che rievocano, attraverso connessioni ancestrali l’odore corrispondente all’immagine osservata.

Il maestro profumiere per creare una fragranza unisce gli oli essenziali esattamente come fa il pittore con i suoi colori per creare una tela in un gioco di delicati equilibri e sfacciati contrasti .

La natura e la luce, sommate, generano profumo, diceva Monet, che racchiudeva nei suoi fiori vaporosi, carnali e allo stesso tempo inconsistenti l’immagine di una Terra voluttuosa che avvolge l’essere umano con l’aiuto della luce.

Un’idea che è stata ripresa con toni decisamente più intensi, colorati, di impatto dal boemo Klimt, i cui giardini estivi sono zeppi di fiori e di donne floride, di profumi infiniti figli di una stagione felice e materna.

“Tra i cinque sensi l’olfatto è senza dubbio quello che meglio dona l’idea dell’immortalità”. Artista surrealista che come nessuno ha saputo spalancare le porte di un mondo interiore, prodigioso e in costante evoluzione, Salvador Dalí riconosceva a questo senso la capacità superiore di ritrovare la propria identità e di connetterla con il divino. “Fai attenzione al momento in cui gli ologrammi acustici ci permetteranno di ascoltare la musica dell’odore prodotto da tutto ciò che stiamo guardando, perché in tutte le cose c’è molto più del vedere, dell’ascoltare e del gustare, bisogna essere in grado di respirare il profumo del sacro”, sosteneva il noto pittore, scultore, scrittore, fotografo, cineasta, designer e sceneggiatore spagnolo. È notizia recente quella legata al Museo del Prado di Madrid che nella mostra del 2022 “La esencia de un cuadro. Una exposición olfativa”. grazie a una tecnologia sviluppata da una famosa casa di profumi catalana, è stato possibile creare un’esperienza multisensoriale che ha permesso ai visitatori presenti di andare oltre la consueta visita artistica.

L’opera d’arte in questione è un dipinto fiammingo- opera di Bruegel il Vecchio-, riconoscibile per le scelte di immagini e di colori intensi, tanto intensi da far scattare immediatamente il collegamento tra ciò che si vede e la percezione olfattiva e di gusto che ne deriva.

Il titolo del quadro è lapalissiano “Allegoria dell’olfatto” , raffigura un bimbo, un putto, presumibilmente, colto nel momento in cui porge a una donna priva di vestiti un fascio di fiori. La donna viene identificata come Venere, ma non sono i due protagonisti umani il centro dell’essenza del quadro.

Il dipinto infatti è un tripudio di dettagli: sono rappresentati più di 80 tipi diversi tra fiori e piante, molti animali e insetti, e una serie di oggetti legati comunque al mondo dei profumi (per esempio anfore per raccogliere essenze).

L’idea di dare a questo quadro una dimensione in più è stata di Alejandro Vergara, curatore della sezione dei dipinti fiamminghi del Prado. Ha deciso di commissionare alla profumeria catalana il compito di realizzare il profumo di dieci dei soggetti rappresentati nel quadro: narcisi, fiori d’arancio, gelsomini, albero di fico, ma anche l’odore dei guanti di cotone appoggiati vicino alla Venere e addirittura lo zibetto, il cui particolare afrore è stato ricreato in maniera totalmente sintetica, in virtù della recente disciplina europea che proibisce l’utilizzo delle materie prime di origine animale per il confezionamento delle fragranze.

La combinazione tra i sensi, in un contesto artistico, è in grado di stimolare l’immaginazione, portando ad una vera e propria immersione all’interno dell’esperienza. Grazie a questo metodo lo spettatore può ritrovarsi in una dimensione di realtà parallela ed immedesimarsi al meglio nella performance dell’artista.

Anche il Museum of Art and Design di New York, che qualche anno prima del Museo del Prado commissionò un progetto denominato “The Art of Scent”. Si trattava di un percorso che ripercorreva la via della profumeria partendo dalle sue antiche basi artigianali alla sofisticata disciplina che è ai giorni nostri.

La visita consisteva nell’annusare 12 odori considerati “chiave” disposti in altrettante nicchie, disposte all’interno di una stanza bianca, fatta eccezione per le suddette nicchie, completamente vuota. Tramite l’utilizzo di un interruttore, veniva azionato un flusso di aria profumata unito a una specifica colonna sonora e alla proiezione di alcuni testi mirati, una vera esperienza multisensoriale.

La profumeria stessa è arte. Il ricreare aromi, mescolarli, attingerli dalla natura per produrre fragranze uniche che si combinano in modo diverso a seconda della pelle che incontrano, delle immagini che rievocano, dei sogni che alimentano regalando sensazioni nuove, evocando ricordi nascosti, confortando, donando oblio.

E non è forse questo, lo scopo primo dell’arte?

Dr. Enrico Exiana

corrispondente da Selargius (Ca).

 

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