Commissione Web – Verbale n.18.

Di Vincenzo Albano.

Nella celebrazione di un rito di passaggio dall’età adolescenziale all’età adulta, comune a tante culture (dalle primitive a quelle tecnologicamente evolute) e nel tentativo di accertare le competenze degli alunni alla conclusione del secondo ciclo di istruzione, anche quest’anno, in occasione dell’esame di stato, il Ministero dell’Istruzione e del merito ha proposto agli alunni delle scuole italiane diversi spunti di riflessione, distribuiti  nelle consuete tipologie: Tipologia a – analisi e interpretazione di un testo letterario italiano; Tipologia b – analisi e produzione di un testo argomentativo;  Tipologia c – riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità. Così, nella consueta carrellata degli “autori”, le personalità eminenti che, secondo l’etimo latino, dovrebbero accrescere la personalità dell’individuo nel suo costante percorso di formazione, nell’ambito dei testi letterari, Ungaretti, che, nella lirica “Pellegrinaggio” ha espresso, nel suo linguaggio asciutto ed efficace, il dramma della guerra e della sofferenza umana, si è confrontato con Pirandello, che, in un brano del suo romanzo “Quaderni di Serafino Gubbio operatore” ha introdotto, con un’ acuta previsione in anticipo sui tempi, la discussione sul tema del progresso tecnologico. Per quanto riguarda il testo argomentativo, il Prof.  Galasso, nella sua “Storia d’Europa”, ha condotto una rapida ricognizione sulla “guerra fredda” focalizzando l’attenzione sull’equilibrio del terrore della bomba atomica come garanzia della pace duratura del secondo dopoguerra; la Prof.ssa Cabiddu, in un articolo dalla “Rivista AIC”, ha sottolineato il fatto che la Costituzione riunisce in un unico articolo (peccato che,in una prospettiva di educazione civica, il Ministero si sia dimenticato di indicare il numero di quello specifico…) “la promozione dello sviluppo culturale e della ricerca scientifica e tecnica e la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione” ricordando che, nonostante (o a causa di) le negligenze della politica, sono sorte negli ultimi anni associazioni importanti come “Italia nostra”,  “Touring Club Italia” e il FAI per rendere operativa la coscienza della funzione civile del patrimonio storico-artistico;  infine, la giornalista Nicoletta Polla Mattiot, nel brano “Riscoprire il silenzio”, ha delineato un’importante e salvifica relazione tra parola, silenzio e pensiero, già al centro delle attività educative della sua Accademia del Silenzio. Nell’ambito della riflessione critica su tematiche di attualità, il premio Nobel Rita Levi Montalcini ha testimoniato in prima persona la pratica cosciente dell’imperfezione (peccato che il Ministero abbia espunto dal brano proprio le indicazioni concrete della sua attività scientifica) come fondamento del suo successo nella ricerca mentre il Prof.Maurizio Caminito, nell’intervento “Profili, selfie e blog”, ha tracciato il percorso di trasformazione tecnologica che dal diario personale, strumento di ricerca di sé attraverso il racconto quotidiano, ci ha condotto alla quotidianità dei social media in cui prevale l’affermazione di sé attraverso la narrazione mitica di ciò che si vorrebbe essere.

Per tutti gli spunti proposti, al di là della specificità delle indicazioni procedurali di ogni tipologia, le operazioni testuali richieste ai candidati sono essenzialmente due: comprensione e produzione. Laddove, per la prima operazione, la riuscita è assicurata da una corretta educazione alla scrittura in cui la valutazione periodica delle prove scritte privilegi un po’ più la forma rispetto ai contenuti con un’attenzione particolare alla funzione logica dei connettivi sintattici (strumenti precisi per la connessione dei pensieri), per quanto riguarda la produzione, la richiesta fatta al candidato è sostanzialmente quella di utilizzare le proprie conoscenze come argomentazioni a sostegno delle proprie opinioni su quanto appena letto nel brano proposto collegando inevitabilmente il successo  alla qualità intrinseca della formazione globale dell’alunno. Ed è proprio qui, al momento fatale della correzione e della valutazione, che, fatte salve le eccezioni di quei profili individuali in cui l’eccellenza è, diciamo, di “default” in quanto generata, concepita e allevata in contesti socio familiari culturalmente  avvantaggiati, corrispondenti a profili genitoriali di alta competenza tecnico-professionale, per quasi tutti  gli altri alunni, risucchiati nel vortice di una quotidianità frenetica di comunicazione e autopromozione social, attività sportive e relazioni sociali ( e sempre più spesso, ahimè, negli abissi di una condizione disperata legata a disagi di varia natura), le conoscenze sono limitate a pochi segmenti, sempre gli stessi, ricavati a fatica e a volte artificiosamente strappati dalle varie materie disciplinari del proprio indirizzo scolastico in una prospettiva minimale che livella un po’ tutti al di là della valutazione di merito degli scrutini finali a fine anno scolastico. Allora, rifacendoci ancora una volta al buon cinema, quello che intuisce al di là delle apparenze superficiali, è proprio  il caso di citare il film “Apollo 13” di R. Howard (USA, 1995), racconto della celebre missione spaziale (fallimentare ma a lieto fine) del 1970, affermando “Houston, abbiamo un problema!” per avventurarci in un’ esplorazione attenta di tutte le tracce nella messa in pratica di quella “discrezione” che Guicciardini poneva alla base della perfetta comprensione del reale per un’azione virtuosa della vita dell’individuo nella complessità delle cose. Solo allora ci accorgiamo  che, al di là dei classici della letteratura, immutabili e sempre preziosi nell’ espressione compiuta della loro lettura dell’essere umano, offerta per sempre all’esame delle nostre coscienze,  i testi ritenuti “di attualità” dai compilatori delle tracce dell’esame di stato risalgono tutti ad un arco di tempo che va dal 1998 al 2020. Tutto ciò conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, l’eccessivo scarto temporale, accumulato costantemente negli anni dal Ministero nel tenere il polso della situazione di un mondo che cambia, ma, a valutare meglio, rimanda abbastanza direttamente al mancato dialogo di noi tutti, professionisti dell’ educazione, con gli autori coinvolti; questi ultimi, infatti, già una decina d’anni fa, suggerivano a noi tutti opportunamente una piccola rivoluzione copernicana dell’ istruzione in cui magari l’elogio dell’imperfezione, la stretta  connessione istituzionale tra sviluppo della ricerca scientifica e tutela del patrimonio artistico-culturale e la lucida analisi delle finalità comunicative dei social media  costituissero il nucleo centrale di un’attività didattica da sviluppare in un determinato periodo di tempo con l’apporto di tutti i docenti del Consiglio di Classe nella specificità dei contenuti e delle metodologie  delle loro discipline (la  Matematica offre metodi e strumenti alla statistica; l’Informatica elabora dalla sua nascita i dati raccolti in diagrammi e schemi;  la Storia dell’arte lavora con le immagini…) nella realizzazione di un’interazione virtuosa tra autori, insegnanti, alunni e un mondo in perenne movimento. Ma ecco che, proprio mentre sto vagheggiando di una scuola diversa (non dico migliore: è solo un invito alla sperimentazione), inavvertitamente tocco il mouse del mio PC e si accende la luce dello schermo: è il “Verbale n.18 di predisposizione dei materiali per il colloquio del giorno” della piattaforma Commissione web.Il Presidente di Commissione, perfettamente calato nel suo ruolo istituzionale, mi ha chiesto cortesemente di darci un’occhiata, in qualità di Segretario verbalizzante, prima di renderlo definitivo e consegnarlo alla storia archivistica della nostra beneamata Repubblica con buona pace di Lorenzo Milani, Mario Lodi e Gianni Rodari, educatori “visionari” in un paese (bello) che ha scelto di essere sempre uguale a se stesso.

Smetto di sognare e torno al lavoro: c’è l’Esame di Stato!

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